Fedeltà versus Infedeltà: addomesticare i desideri è un errore?
E' faticoso essere fedeli oppure è facilissimo? Ciò che sappiamo con certezza è che tutti, almeno una volta nella vita, siamo stati assaliti dalla voglia di fuggire dalla quotidianità, dalla banale routine. La fedeltà non è solo un concetto legato alla coppia e lo scopriremo nel dibattito che segue.
Sono le risposte a domande frequenti di uomini e donne invitati a confrontarsi sul tema di fedeltà e infedeltà.
Le riflessioni e condivisioni emerse, spero conducano il lettore ad ulteriori personali considerazioni.
Domanda: La fedeltà è un valore importante per la coppia?
Paolo: "Per me è un concetto individuale e limitarlo alla coppia è riduttivo. Essere fedeli è, anzitutto, essere fedeli a chi siamo, come e cosa siamo all'istanza etica e politica, al bisogno sociale e sentimentale, che parte da ciò che sentiamo."
Laura: "Certo! Ma prima di tutto dobbiamo chiederci che cos'è la fedeltà. Per me è sinonimo di riconoscimento: ovvero accettare il partner senza chiedergli di essere diverso da quello che è. Ma per riconoscere l'altro, bisogna prima essere capaci di conoscere se stessi, e quindi, di essere fedeli a se stessi."
Anna: "Per me è più importante la lealtà, un valore più complesso e personale che contiene e supera quello della fedeltà. Essere leali significa vivere la libertà di sentirsi legati a una persona come una scelta che si rinnova. E' un valore che la coppia costruisce insieme: un atteggiamento che incoraggia a parlare dei propri bisogni e ad adattarsi a quelli dell'altro."
Francesco: "Fondamentale, soprattutto per la coppia che decide di avere figli, perché entra in un progetto educativo che sente il patto come un valore e non solo come dovere, oltre che come un diritto per la famiglia che ha bisogno di protezione."
Domanda: Che cosa significa essere fedeli a se stessi?
Paolo: "Essere fedeli a se stessi è la fedeltà più feroce, ma vera. Chiediamoci: sono fedele a me stesso? E quanto? Solo successivamente, possiamo esserlo nei confronti della coppia, della famiglia, degli amici. Condivido solo in parte il pensiero di Francesco, sai, credo che, molto spesso, ed è un grosso errore, per essere fedeli agli altri dimentichiamo di ciò che abbiamo bisogno noi."
Domanda: Perchè spesso non ci riusciamo?
Laura: "Perché siamo all'interno di un'arena: la vita quotidiana! Essa impone di adeguarci a norme, valori, questioni educative prescritte. Facciamo per dovere quello che ci tranquillizza, una vita regolare che preveda la relazione con un partner. Cercare e custodire la fiducia in se stessi è un percorso da eroe."
Domanda: Essere fedeli vuol dire anche assecondare i propri desideri?
Anna: "Prima Laura parlava di 'riconoscersi', sono d'accordo: la coppia deve continuare a crescere e lo fa non smettendo mai di volersi conoscere e riconoscere. I desideri personali vanno conosciuti, significa rispettare se stessi e il partner. Invece, molto spesso, come dice Paolo, tendiamo a voler addomesticare i desideri. Forse, per paura di non essere più amati svelando quello che siamo in realtà?"
Domanda: Quindi, alla base della 'scelta' di essere fedeli o infedeli c'è la consapevolezza di noi stessi?
Francesco: "Si e no. Non è facile rispondere in modo univoco, ma prendere coscienza di sé, anche del proprio lato oscuro è un'avventura che ci permette di uscire dall'ordinario, consapevoli che potresti rompere dei patti, soffrire e far soffrire. Ecco perché con la parola protezione intendo il prendersi cura delle persone che ci sono care avendo sempre la responsabilità delle proprie azioni. Serve tanta forza ed è una forma di amore autentico. Penso sia la lealtà a cui faceva riferimento Anna."
Domanda: Alcuni sostengono che 'il terzo' anche solo immaginato fa bene alla coppia. Sarà vero?
Paolo: "A questa domanda risponderei che amare è senza dubbio più importante di essere amati. Perché tira fuori il meglio di noi. Pertanto, l'amante, anche se platonico, sognato, fantasticato alimenta l'idea di amore romantico, quello, per intenderci, in cui vorremmo sempre sentire le farfalle nello stomaco..."
Domanda: E, se l'amante fosse in carne ed ossa... perdonare il tradimento è la scelta giusta?
Laura: "Dipende dal tipo di tradimento. Se l'altra persona smette di riconoscerci, il perdono serve a poco. E' la base stessa della relazione che non esiste più.
Mentre, in alcuni casi, il tradimento, anche se può sembrare paradossale, aiuta la coppia. Mi spiego meglio. La cosa più difficile in una relazione è continuare a vedersi e vederci.
Paolo, parlava degli indubbi vantaggi dello stato di innamoramento perenne, ma, sappiamo che il più grande privilegio (e la più grande sfida) è costruire un amore maturo quello che mi fa vedere in trasparenza, dietro il velo degli anni, il viso del ragazzo o della ragazza che avevamo scelto..."
Anna: "... e l'inciampo del tradimento, può permetterci di capire le ragioni di quella scelta. Del perché quella persona, al nostro fianco, è ancora lì con noi dopo tanto tempo, giusto Laura?"
Francesco: "Non solo quella persona, ma, se ci sono anche dei figli, abbiamo l'opportunità di educare i figli alla fedeltà. Spiegando loro che le relazioni non sono un gioco a disposizione dei propri desideri, ma implicano fiducia e fedeltà."
Paolo: "Parole sagge Francesco, anche se, tutti sappiamo che se desideriamo molto qualcosa di vietato, possiamo impedirci di raggiungerlo o, al contrario, viverlo, ma, comunque non di continuare a desiderare! Ecco perché dobbiamo essere capaci di andare incontro e conoscere ogni impulso umano, soprattutto se ci appartiene."
Anna: "Sì, sono d'accordo con Paolo. Sbagliamo a mettere la testa sotto la sabbia e voler addomesticare istinti, desideri... il rischio potrebbe essere che i nostri figli crescano e, sperimentino, la paura di desiderare."
Domanda: E allora, fedeltà versus infedeltà: chi vince e chi perde?
Paolo: "Penso che non ci siano vincitori né tantomeno vinti. Ciò che va sviluppata, sempre e comunque, è la fedeltà a se stessi. Dovesse comportare anche tradire. In un momento storico in cui tutto è volubile, fragile e veloce, la fedeltà, può essere espressione di passività, incapacità di scelta: cedere alle lusinghe del triste compromesso tra fedeltà nei confronti degli altri e di noi stessi. Una possibilità insidiosa e reale, con una sola ricetta per evitare questo: avere coraggio!"
Laura: "Concordo con il pensiero di Paolo. Trovare il giusto equilibrio tra essere fedeli a se stessi e all'altro è molto difficile. Non penso solo al tradimento carnale ma anche a ciò in cui si crede, alle proprie caratteristiche peculiari, al nostro modo di fare ed essere che racconta le nostre origini e la famiglia di provenienza. Credo che 'mettere a disposizione' del partner ciò che (veramente) siamo sia l'unica strada per costruire una relazione vera e capace di farci attraversare i vuoti dell'esistenza."
Francesco: "Io, invece, non ho dubbi: al tappeto va l'infedeltà. Sostegno, per me è sinonimo di fedeltà. Supportarsi deve essere un impegno costante per gli adulti anche se comprendo che la famiglia è faticosa e, spesso, ci chiediamo 'chi ce l'ha fatto fare?' desiderando una vita più comoda e facile.
Probabilmente Paolo non sarà concorde con me, ma sostegno vuol dire, ogni giorno, passare dalla dimensione dell'io al noi. L'infedeltà è proprio questo: attribuire eccessivo valore, con la complicità dalla società odierna, all'autorealizzazione espressiva personale!"
Anna: "L'essere infedeli non ne esce certamente vincitore, non riesco comunque a condannare l'infedeltà. Essa, come altre debolezze, ci rende umani.
Ho visto coppie sopportare più volentieri il disamore che l'infedeltà. Mi sembra un inganno ben più grave."
Fonte di riferimento:
Sangirardi Benedetta, Fedeltà, tu ci credi? «Settimanale F», 20 febbraio 2019, n 7