La separazione: gestire la frattura del patto
Il significativo aumento delle separazioni coniugali sia nel nostro Paese che nell'Europa occidentale ha collocato questo fenomeno in un’area di relativa normalità statistica. E, lo ha incluso, nella percezione sociale, tra le esperienze più ricorrenti della vita di coppia. Provocando, nel sentire collettivo, una certa banalizzazione del suo impatto emotivo sui punti di riferimento affettivi, sulle speranze e sui progetti di vita dei soggetti coinvolti.
La ‘maggiore intimità’ che la coppia cerca al suo interno, non sempre assicura felicità né duratura al legame. Anzi, le alte aspettative reciproche dei due coniugi, la ricerca del benessere personale unite al calo del controllo sociale, fanno sì che la coppia, molto più facilmente che in passato, si confronti e riveda più volte il patto a suo tempo stabilito e può accadere che da questo processo di revisione la relazione coniugale ne esca sconfitta.
La mancata consapevolezza di certe dinamiche, spesso portate in dote dalle famiglie d’origine (leggi “La costruzione della relazione di coppia”), può generare quel processo irreversibile e distruttivo che conduce alla separazione.
Separazione: un dialogo da ritrovare
Essere consapevoli del disagio, permette di conservare un qualche equilibrio nei sentimenti. E non solo, mette nella condizione di poter chiedere un aiuto esterno.
Supportati e facilitati dal terapeuta è possibile restituire giusta dignità alla separazione: c’è stato un inizio e c’è una conclusione della storia che ha legato due persone e le loro famiglie.
Riaprire un dialogo è un passo che richiede tempo, ma necessario per i figli (quando ci sono) e per portare in salvo il legame medesimo (ovvero, ricercare e riconoscere, accanto a ciò che è stato fonte di dolore e di ingiustizia, quello che di buono e giusto è stato compiuto e distribuito nella relazione).
I figli, spesso, sono in mezzo a due adulti catturati dalla conflittualità che li vede marito e moglie, dimenticando che se come coniugi hanno deciso di separarsi, essere genitori significa saper mettere davanti a tutto (disaccordi e liti) il bene dei figli.
Viene poco considerato anche lo stato di solitudine in cui ciascuno dei due coniugi viene lasciato. Giudici, avvocati, servizi sociali, presi dalle liti e dalle questioni organizzative ed economiche, dimenticano completamente il bisogno di aiuto e di sostegno che questi due adulti hanno, nel momento in cui vedono fallire un progetto di vita sul quale entrambi avevano investito.
Anche le separazioni in cui la conflittualità è più contenuta portano in sé un senso di fallimento progettuale importante è comunque presente.
Per fortuna, ed è dimostrato da un costante aumento delle richieste di sostegno psicologico per affrontare i problemi incontrati nel corso della separazione, gli ex coniugi sentono la necessità di rivolgersi ad una figura terza; consapevoli dell'importanza di ripristinare un’area di pensiero e di comunicazione per gestire il conflitto, quasi sempre presente nelle prime fasi della rottura del legame.
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Bibliografia
Cardinali F., La mente e l’anima. Tappe di un viaggio tra psicologia e spiritualità 2011-2012 Vol 2. I Quaderni dell’Istituto di Terapia Familiare di Ancona. Ancona, 2013
Cardinali F., La mente e l’anima. Tappe di un viaggio tra psicologia e spiritualità 2013-2014 Vol 3. I Quaderni dell’Istituto di Terapia Familiare di Ancona. Ancona, 2015
Cavanna D., Finzi D., Piermari A., Spadacini A., La mediazione nelle separazioni conflittuali: dalla consulenza ai coniugi al lavoro con la famiglia, in Terapia familiare N 102 - A.P.F., Roma, luglio 2013
Scabini E., Cigoli V., Il famigliare. Legami, simboli e transizioni. Raffaello Cortina Editore, Milano, 2000