Sterilità e infertilità di coppia
L’elemento che, spesso, accomuna un uomo e una donna che intraprendono un percorso di fecondazione medicalmente assistita è la solitudine. L’unione di coppia soggiace al peso del dolore, dell’interrogativo, del traguardo considerato sempre più lontano. Due schiene che si appoggiano l’una all’altra e occhi che guardano in direzioni diverse, l’una ignara della visione dell’altra.
La più grande sofferenza è data, quindi, dall’impossibilità, dalla paura, dall’inconsapevolezza di riuscire a guardare insieme quella difficoltà comune.
Nei percorsi di fecondazione artificiale è ormai ben nota l’influenza che gli elementi psicologici hanno su quelli fisici e quindi sulla possibiltà per la coppia di avere un bambino. Meno conosciuta e sostenuta è, invece, una cultura delle relazioni nella fecondazione medicalmente assistita, che permetta di avere in mente la coppia. Essa è una dimensione distinta dall’io e dal tu, dalla donna e dall’uomo che la compongono, ma è rappresentata dal noi della loro relazione.
E’ di fondamentale importanza guardare la coppia nella complessità del suo progetto esistenziale. Essere consapevoli delle dinamiche che si possono innescare tra i partner durante la preparazione, il trattamento, l’attesa e, ancora, al valore del contesto allargato nel quale la coppia è inserita. Conoscere i meccanismi difensivi e l’impatto devastante che può avere un fallimento e come questi aspetti possano intrecciarsi alla qualità dei rapporti dei partner con le famiglie d’origine.
Per accogliere un bambino, è necessario preparare un nido, fatto di condivisione e sostegno reciproco. Dare valore alla dimensione relazionale potrebbe contribuire alla percentuale di successo delle gravidanze, ma permetterebbe anche di proteggere quel legame di coppia. Il successo non può essere rappresentato solo dal “bambino in braccio”, ma anche dalla possibilità per quella coppia di sopravvivere alla fatica delle cure, all’angoscia, all’incertezza e al dolore di un lutto.
Un percorso psicoterapeutico che nasca dalla motivazione di entrambi i partner può aiutare la coppia, impegnata ad affrontare questa delicata fase del ciclo vitale familiare, ad essere più consapevole del disagio. La presenza di un terzo, il terapeuta, può facilitare l’ascolto e il supporto reciproco, favorendo l’incontro di quei due sguardi diversi.
Bibliografia
Riccio M., La cicogna distratta. Il paradigma sistemico-relazionale nella clinica della sterilità e dell’infertilità di coppia. Franco Angeli, Milano, 2017